Rispettare il partito La riservatezza è un dovere democratico L’architetto Paolo Arsena, membro della Direzione nazionale del Pri, ha deciso di fare un resoconto della seduta di venerdì 9 marzo senza avere nemmeno il garbo di avvisare la segreteria, pubblicandolo sul sito Facebook "Pri official group". La gravità di questo atto è pari solo all’irresponsabilità dell’architetto Arsena. Rendere pubbliche riunioni interne di partito è qualcosa che va oltre la libera associazione democratica del partito stesso, che pretende una formula di riservatezza. Se nel sistema totalitario tutto è pubblico, nella Repubblica italiana viene garantita costituzionalmente la riservatezza della corrispondenza e quindi delle opinioni che si possono esprimere all’interno di una determinata riunione. Non è mai accaduto nella storia del Pri che un membro di Direzione facesse un resoconto pubblico di una riunione di Direzione, resoconto fra l’altro molto parziale, e redatto in maniera tale da far dubitare persino della buona fede del suo estensore. Forse la militanza nel partito di Arsena è stata troppo di breve durata per sapere esattamente valutare il comportamento che bisogna tenere negli organismi interni, e anche per comprendere cosa viene esattamente detto in Direzione. Sostenere che il segretario si voglia scegliere i componenti della minoranza in Direzione, ad esempio, è cosa falsa e ingiusta nei confronti di chi ha proposto e ottenuto dal Congresso la modifica dello Statuto per consentire l’ingresso della minoranza negli organi dirigenti e nazionali del Pri. Solo questa iniziativa dovrebbe essere sufficiente per fare strame di tante penose illazioni. E, se non bastasse, l’intervento di Ossorio è a verbale e a disposizione di chi volesse leggerlo, visto che è stato citato a completo sproposito. Ossorio sostiene di sentirsi tutelato democraticamente da questa segreteria nazionale mentre non lo era stato da quella precedente. Arsena sbaglia anche nel descrivere i comportamenti. Egli ha scritto che il segretario del Pri è andato in "escandescenze", e qui si capisce la scarsa conoscenza del temperamento dei precedenti segretari del partito in Direzione. Ammesso che sia cosa lecita, non è certo cosa leale nei confronti della segreteria pretendere di riprodurne il temperamento senza spiegare le ragioni dello stesso. Forse Arsena avrebbe dovuto riferire anche di personaggi introdotti nel passato partito campano, come Cacciapuoti (appropriazione indebita e ricettazioni di assegni) e di Amodio (pentito di camorra), che sicuramente hanno contribuito a guastare l’umore del segretario. Per evitare contenziosi ed indiscrezioni di ogni genere, e per evitare che ogni membro di Direzione si senta autorizzato ad un proprio resoconto della medesima, ci si è sempre rimessi ad un documento finale, oltre al quale ogni parola può essere di troppo. Capiamo poi che si abbia voglia comunque di parlare: meglio sarebbe però evitare di riferire contenuti ad assenti e creare equivoci inopportuni. Lo diciamo a proposito di un altro episodio a margine della Direzione, per cui Saverio Collura ha persino riferito all’amico Sergio Savoldi che il segretario indicava nella contrapposizione di Savoldi alla linea politica del Pri, il frutto di una scortesia o di un favore negato. Crediamo che Collura abbia sentito male. Il segretario ha sempre stimato Savoldi pur non condividendone le posizioni politiche, e questo valeva anche quando si trattava della segreteria precedente. Tanto è vero che, ad una manifestazione organizzata dai repubblicani dissidenti iscritti con altri repubblicani fuoriusciti, organizzata con Savoldi al Centro Congressi Cavour qualche anno fa, Nucara dovette prendere le difese del precedente segretario del partito, accusato da tutte le parti. Quindi non vi sono problemi con Savoldi, che non ha mai chiesto niente e a cui mai niente è stato offerto. Anche quando i rapporti politici sono labili, un amico rimane tale, soprattutto se sincero e appassionato. Comunque i verbali della Direzione rimangono a disposizione dei posteri come è sempre successo nel nostro partito e in tutti i partiti che si possono definire tali. |